Dolorosa kurwa

Stanchezza. Senza pessimismo, con sublimabile tristezza. Solo quello.

Anche se il grafico della mia vita risulta agli analisti, inevitabilmente terzi, comunque estranei alle faccende, una "curva" nel senso dell’analisi matematica, ossia una linea retta, ma anche nel senso polacco del termine Kurwa (puttana), discendente, a me sembra sempre in salita. Nel senso che sento sempre di star facendo qualche passabile fatica per ottenere il meglio. Siate contenti anche voi, gentili analisti senza figli. Lo so che é difficile. (L’analista che ha figliato di solito dice che ho un gran paio di coglioni per andare avanti. Non che son cogliona io.)

Ho un groppo in gola tutte le volte che la mia personalità ha il suo inevitabile sdoppiamento giornaliero, di solito quando torno a casa dal lavoro e preparo tutto affinché il resto della giornata sia sostenibile e dolce in qualcuno dei suoi aspetti. Immagino semplicemente me stessa e la piccola, che attraversa ora una fase di terribile capriccio e felice chiacchiericcio, nella mia ex casa a fare le stesse identiche cose, mi ci vedo, mi imbroglio nel cammino dall’acquaio al frigorifero e viceversa, mi inganno nella ricerca degli interruttori sulle pareti, come sempre è successo. Penso alla necessaria dolorosa mudança…se davvero doveva essere così necessaria e dolorosa.
Non ne capisco del tutto l’utilità. Comunque…vado avanti, a volte vantandomi, della salita, anche se agli analisti appare una discesa (per alcuni comoda) verso il baratro.

🙂

le kurwe
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