Il mio posto

Sono figlia di adozioni progressive che mi hanno portato sempre più lontana. Finirà?

Sento questo spazio stretto, castigato, soffocato, impedito. Inondato di una negatività che mi fa sentire peggiore.

Amo questo posto solo perché é il nostro. 

Sono sincera quando ti dico che non sono contenta.

Non l'ho scelto io: smetti di dirmi così. Smetti di non voler capire. Di startene a fare lo studente promettente e a non voler vedere cosa c'é la fuori che ti aspetta e qui dentro a uccidermi. 

Non pensare che io sia una perdente. Perché se io perdo, perdi tu. Potremmo almeno pareggiare o parteggiare il mio piccolo dolore quotidiano?

Non capisci come sei lontano e maschio quando continui a ripetermi "l'hai scelto tu"?

Mi assomiglio sempre meno. Solo la mia scelta e il suo frutto mi ancorano a me stessa. Sono felice di esser testarda. Non fosse per lei che piange e si strappa i capelli per addormentarsi vicino a me qui non vedrei che toni di grigio.

L'altro giorno mi si sono riempiti gli occhi di lacrime al solo pensiero di poter starmene in un bosco a camminare su un pavimento di aghi di pino. Vorrei sentire l'aria solleticarmi il fondo dei polmoni. Sedermi per terra in un prato e non vedere muri o recinti attorno a me.

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