Penetrazioni ferroviarie

Il treno che mi trasla di solito dalla periferia al centro, in modalità A/R, ha le finestre opache. 
Al momento della costruzione, sul lato
esterno dei vetri é stata posta una pellicola che lascia passare la
luce, ma non permette di vedere cosa sta fuori, per dove stiamo
passando, specialmente quando il sole é basso. Alcuni
finestrini fanno eccezione: qualcuno o qualcosa ha strappato o leso
parti del velo sugli occhi. Un velo di Maia, che quasi non permette a
nessuno di imbizzarrirsi. Fà di di noi cavalli amorfi, senza ricordi da
elaborare attraverso il paesaggio, comunque grigio, nell'urbe liminare.
Penetrazioni ferroviarie in una vagina non ancora adulta, ma invecchiata
precocemente da troppi parti di animalità postmoderne.
Bisogna chiudere gli occhi e concentrarsi per girare la pagina della
giornata trascorsa, decidere di andare avanti, o indetro. Un
concentrarsi necessario per sentirsi vivi anche se furibondi.

 

Ma oggi la buona notizia sono io, in prima pagina di un giornale senza prezzo, sotto i 4 anni di guerra in Iraq. Incredibile ma vero. Essere un po' il sole e la buona nuova.

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