Dolorosa mudança

Cit. da conversa con Mariajú chiedendomi se potevo uscire con lei più tardi, dopo il lavoro: "vou sair daki a correr para voltar a correr (e chorar, maybe) para a velha casa, esperar os brasuka forçudos das mudanças, por tudo no camiao, encontrar transito para ir até a casa nova e lá ver se consigo dar cabo do choro e começar a arrumar coisas para a hora do jantar pelomenos dar a comer a Dunia e a minha mae".
…Intanto, l’armadio della nostra stanza é tornato un po’ com’era quando la piccola è nata…le sue cose nei primi cassetti, due scatole pienissime di cose minuscole nella parte a lato: bodizinhi, lenzuoline, asciugamanini…che per ora lascerò…fino a data (o figlio, mio, altrui) da destinarsi.
Nella nostra stanza, la differenza da allora é il comó (formato standard ikea iacta est) che ora sta al posto del lettino di Dunia. Il piccolo lettino rimarrà ora nella sua stanzina gialla e arancio con gli animaletti della fattoria appiccicati al muro e la scritta in pappagalli di legno che recita DUNIA sulla porta nuova.
Il comÓ, il lettone mastodontico e insmontabile e il comodino verranno oggi caricati sul camion dai brasiliani che presumo mastodontici  insieme all’armadietto e al fasciatoio della piccola. Lei, all’uscita della nuova scuola, passando davanti alla nuova casa ha detto "mamá, quero andare para a nossa nuova casina" facendo un po’ di capricci perchè no, ieri siamo tornati subito alla vecchia, per continuare il lavoro che mia mamma si è sorbita durante la giornata, con il nodo in gola: insaccare vestiti nei sacchi neri della spazzatura, sacchi mai del tutto pronti per essere traslocati. come me.

Uff. quanto fa male l’emancipazione.

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