By the way

Ho lasciato perdere, senza i dovuti tagli netti, la scrittura frutto dell’incazzamento triste indirizzata unicamente a chi mi ha lasciato con la certezza di non essere amata, forse uscendo dalla mia vita con il dubbio di non sapere se la mia certezza è basata sulla verità. Non posso lasciarmi avvolgere e prendere dal ricciolo del suo punto interrogativo, la sua voglia di nostra figlia e il desiderio ondivago di avermi. Non devo.
Sperando che mia figlia abbia un padre presente, by the way, sono precipitata nell’imbuto del poco tempo da dedicarle, spargendo avanzi di quel che resta del nuovo lavoro e della (sempre meno) pigra frenesia di chi cerca una casa e una scuola. Una nuova vita in una città mai conosciuta sul serio, perché ho aspettato troppo, per tanto tempo, come si aspetta la pioggia nel mezzo del Sahara. Quel poco di acqua che viene non serve mai a dissetare la terra.
Penso al mio bistrattato sesto senso, che aveva visto tanto del tutto in corso. L’ho bendato, il mio sesto senso, come se fosse la dea della fortuna, senza accorgermi di averlo trasformato in un piccolo satiro incazzato. Non sono, né sarò sola. Porto e parte con me la mia piccina, il percorso non lo so. Sono serena, in attesa, non del tutto triste, ironica et dolce.

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limitiamoci a:

                                                       
il neurone di carta

 

Sospendo per il momento ogni altra istanza di commiserazione, limitiamoci alla salute.

Il mio neurone, triste ma sridanciano, sta costruendo una barchetta di carta per navigare sul mare di catarro che mi ottenebra il cervello.

Più in basso, cuore insolito cercherebbe casa.

 

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Copy, obviously

Fine del lavoro, fine della casa, fine della scuola per la mia piccola.

FINE DELLA STORIA…

(mentre mi preparo al nuovo e bestemmio per non avere un computer diverso da questo che oggi lascerò sul mio desk, vicino alla sedia che rimarrà vuota non mi resta che fare l’ennesimo copy-paste dall’oroscopo di Internazionale…)

Il mio lavoro? Copy obviously…che deriva da copy-paste…non da copyright… o copyleft… 

***

Stai cogliendo le opportunità uniche che quest’anno ti
offre, Vergine? Ormai siamo a metà del 2008 e possiamo fare un bilancio. Spero
che tra sei mesi, guardandoti indietro, potrai dire: "Credo di aver imparato più
cose sull’amore negli ultimi dodici mesi che in tutta la mia vita. Sono
diventato molto più bravo anche nell’arte di rendermi felice. Inoltre ho capito
come si fa a essere generosi senza sentirsi dei martiri. In questo modo potrò
dare senza aspettarmi niente in cambio, ed eserciterò un grande fascino sulle
persone interessanti che sono disposte a darmi quello che desidero
veramente".

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La piccola fiammiferaia

La piccola fiammiferaia non c’ha proprio voglia di fare altro che dare fuoco a tutto.

Il suo oroscopo della settimana dice:

Vergine (23 agosto – 22 settembre)

A quanto pare stai cercando di imparare tutto il
possibile da luoghi e idee di cui fino a pochi mesi fa ignoravi perfino
l’esistenza. I tuoi esperimenti continuano a fornirti lezioni così
preziose che ti consiglio di non interromperli. Va bene così, non c’è
fretta, fa’ le cose con calma. Noi della Noiosa routine saremo sempre
pronti ad accoglierti con gioia non appena avrai voglia di tornare.
Capiamo anche che per il momento hai voglia di startene da solo. Almeno
finché non sarai assolutamente sicuro che la farfalla non cercherà più
di ritrasformarsi in bruco.

Il signor Robert ha riferito esattamente tutto quello che sto facendo. 

L’oroscopo della settimana di chi ha già il brain in cenere invece dice:

Leone (23 luglio – 22 agosto)

"Il motto di ogni storia d’amore", ha scritto
Charles Williams, "è ‘gioca e prega, ma non pregare mentre giochi e non
giocare mentre preghi’. Non siamo ancora capaci di fare le due cose
contemporaneamente". Non sono d’accordo con Williams, in particolare
per quanto riguarda il tuo destino nelle prossime settimane. Secondo la
mia analisi dei presagi astrali, puoi benissimo (anzi devi) giocare
mentre preghi e pregare mentre giochi. Ti consiglio di mescolare
riverenza e irriverenza in tutti i modi possibili. E di esplorare il
concetto rivoluzionario di sacro divertimento.

Il signor Robert ha riferito tutto quello che il bruco dovrebbe fare.

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time 2.34 am

Alle due-e-trentaquattro p.v. la mia piccola sarà nata da due anni. Ho scritto tanto su di lei in questo tempo, e anche prima. Tutto lo scritto che ho digitato è andato per lo più perduto. La fugacità dei byte. I dischi bruciati più in fretta dei fogli di carta macchiati a penna. 

Anche il tempo che potrei avere con lei soffre perdite furiose, che mi lasciano piena di irritata tristezza, ansimante rabbia, desiderio di fuga.

Come prevedevo il nuovo lavoro pretende più da me che da se stesso. Chi lavora qualche scrivania accanto alla mia, con la mia stessa età ma che un guadagno di diversi euro in più, senza famiglia ma con appartamento in zona lusso, pensa di essere già arrivato e si stupisce della mia incapacità di fare straordinari non pagati. Poveretti!

Lei, (la) Dunia, è sempre bellissima,
come la prima volta che l’ho vista e le ho detto "ma come sei bella!".
Ma è una bellezza ogni giorno diversa, ogni attimo da scoprire, anche
quando sono in sindrome premestruale e vorrei sfrecellarmi la testa
contro un muro. Tanti auguri mia piccina, tante sindormi premestruali
di tua mamma ti dovrai ancora sopportare. Tanti giochi ci ruberanno le
ore e io sarò contenta.

 

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la smemo é acqua passata

Dovevo farmi un appunto delle ore lavorate questa settimana: ho preso l’agenda con il particolare del quadro di Gustav Klimt "Le tre età della vita". Ancora non mi sono decisa a fare con Dunia un tableaux vivant, ma bisogna che mi sbrighi, visto che la signorina sta crescendo…La mia piccola ha aggiunto arte ad arte, scarabocchiandomi la copertina. Mi piace. Aprendo una pagina a caso mi son resa conto che ha apportato il suo contributo anche all’interno. Ho avuto lo stesso brivido di tenerezza che mia mamma deve avere ancora aprendo le agende dei primi anni ottanta, riscoprendone le pagine scarabocchiate dalla sottoscritta. Da quando sono ty-ager, adoro le vecchie agende, anche se non ci scrivo quasi nulla.

Ieri sul treno, ritornando a casa non sapevo davvero cosa fare: non si puó guardare fuori, date che le finestre sono oscurate (vedi post: Penetrazioni Ferroviarie). Il libro non ce l’avevo, e poi é troppo difficile leggere Saramago in portoghese e in ora di punta. Anche il turismo umano, l’osservazione delle persone, ho appreso essere una pratica piuttosto insalubre, se praticata sui mezzi pubblici: si assorbono le energie negative dei pendolari (bastano le proprie), si induce il prossimo al dialogo futile (bastano le idiozie che ci si espone ad ascoltare sul lavoro), o si diventa oggetto di sguardi inopportuni di chi pensa di corrispondere una sonda di disponibilità sessuale piuttosto che una di analisi sociale come la mia.

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Domani. Molti ieri fa.

GENOVA BRUCIA ANCORA
 Mi ricordo tutto. Tutto.
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Vorrei TORNARE A GENOVA

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i colori disponibili

Stavo uscendo dal piccolo caffé di fianco all’ufficio, mi sono girata indietro, verso il bancone, pensando che Paula stesse parlando con me.

La moglie di Luís stava vendendo un accendino a un uomo alto e nero, con un maglione a righe dalle tinte solari. Gli stava elencando i colori disponibili: «quer branco, roxo..». Con Carla sono tornata in ufficio, mi sono seduta alla scrivania, vicino alla finestra.

Il signore alto e nero si é acceso una sigaretta con il suo nuovo accendino dal colore nascosto nella sua mano, trascinando davanti a sé il suo sottile bastone bianco.

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Car*futur*stagist*

Direi che mi sento male. Ho appena rilasciato il click, sulla parola Gabon. 

questo vestito l'ho sponsorizzato io??

Il piccolo omuncolo vestito di nero, con il naso piccolo ma spiovente, panciuto ma outrora non brutto, chimiamolo sig. Stylista… Ho lavorato per lui *a* gratis tutte quelle ore, dovendo persino ringraziare la grande opportunità di lavorare *a* gratis per lui. Tutte quelle ore sui tacchi, a fare fotografie a lui, ai suoi asciugamani, alle sue trapunte, a quelle donnette decadute ad afflosciarsi sul letto allestito nell’atlier. Mentre facevo tutto ció mi tappavo il naso, sprecando i miei piedi e il mio dito che azionava l’otturatore.

Quell’omuncolo ha avuto il coraggio di andare in televisione ed invece di parlare di quanto avrebbe dovuto promuovere – i suoi asciugamani, le sue trapunte profumate – ha avuto il coraggio di dire che lui lavora, disegna e cuce i vestiti dei principi dell’Arabia Saudita e per il presidente del Gabon. 

Ai principi d’Arabia mi si erano già accaponatate pelle e budella, cercando di sperare in un’anima magna del presidente africano.

Wikipedia mi ha risposto quello che in fondo temevo: "Multi-party legislative elections were held in 1990-91 even though opposition parties had not been declared formally legal. President El Hadj Omar Bongo Ondimba, in power since 1967 and the longest-serving African head of state, was re-elected to another seven-year term according to poll results returned from elections held on November 27, 2005. According to figures provided by Gabon’s Interior Ministry, this was achieved with 79.1% of the votes cast. In 2003 the President amended the Constitution of Gabon to remove any restrictions on the number of terms a president is allowed to serve. The president retains strong powers (…)."

Io ho lavorato gratis per una persona che va in televisione a darsi delle arie perché fa i vestiti per dei dittatori, assassini, misogini.

Car* futur* stagist*,  attenti a chi il vostro lavoro e la vostra buona fede *a* gratis vengono sub-sub-sub-sub-appaltati. Continuo a sentirmi davvero male. Perdonate.

 

 

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